C’è da chiedersi quanto tempo dovrà ancora passare, o quanto dovrà peggiorare la situazione, prima che il bullismo possa essere definito per quello che è: un’emergenza sociale. Secondo i dati diffusi dalla Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps) in occasione della Giornata nazionale contro il bullismo e il cyerberbullismo che si celebra oggi e del Safer internet day che ricorre l’11 febbraio, più della metà degli adolescenti di età compresa tra gli 11 e i 17 anni è vittima di bullismo. Mentre il cyberbullismo – ovvero le vessazioni perpetrate tramite dispositivi tecnologici come smartphone, tablet e pc – colpisce il 22% dei ragazzi nella stessa fascia di età. Ed entrambi i fenomeni sono purtroppo in crescita, e non solo nel nostro Paese.
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Fenomeno in crescita
“I risultati evidenziati dall’ultima indagine Istat in merito – spiega Giuseppe Di Mauro, presidente Sipps – dimostrano che più del 50% degli intervistati 11-17enni riferisce di essere rimasto vittima, nei 12 mesi precedenti l’intervista, di un qualche episodio offensivo, non rispettoso e/o violento. Questo aiuta noi specialisti e le famiglie ad avere una fotografia chiara e netta di una tragica realtà che, purtroppo, è ancora in espansione e necessita di una lotta congiunta di tutti gli attori coinvolti, istituzioni, famiglie e specialisti sanitari”.
Contro il cyberbullismo decisivo ruolo dei genitori
Quanto in particolare al cyberbullismo, gli esperti non hanno dubbi: “Controllo, educazione e dialogo con i propri figli: il cyberbullismo deve essere prevenuto e affrontato tramite queste tre azioni – spiega Luca Bernardo, Responsabile Rapporti con Enti e Istituzioni della Sipps – nelle quali la figura dei genitori conserva un ruolo fondamentale e decisivo”.
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