I danni alla salute tipici dell’inquinamento atmosferico ascrivibile a traffico, riscaldamento e industria possono aumentare il tasso di mortalità derivante dalle infezioni di Coronavirus, o Covid-19. Lo sostiene un’indagine preliminare condotta da esperti americani, che – se confermata – potrebbe spiegare almeno in parte le alte percentuali di decessi a seguito dei contagi Covid-19 in Pianura Padana, una delle aree più fortemente inquinate d’Europa e tra le più colpite sia per numero di contagi che per mortalità a seguito della pandemia in atto.
All’origine del virus l’inquinamento
Non a caso, numerose ipotesi avevano già collegato la stessa nascita del virus all’inquinamento e alla deforestazione, alla scomparsa degli habitat e in generale a un pianeta in forte sofferenza. Già sottolineato anche il fatto che anche l’Hubei – la regione cinese dove il virus è nato – è tra le zone più inquinate della Cina, a sua volta uno dei paesi più inquinati al mondo.
La ricercatrice italiana
È italiana la ricercatrice che ne parla al Guardian. “I pazienti con malattie croniche causate o aggravate da un’esposizione prolungata all’aria inquinata, sono svantaggiati nel combattere le infezioni ai polmoni e sono dunque a maggior rischio di non farcela. Questo è probabile anche nel caso di esposizione a Covid-19”, ha spiegato Sara De Matteis, Università di Cagliari, membro del Comitato per la salute ambientale della Società Respiratoria europea. “Abbassando il livello di inquinamento possiamo sostenere la lotta a questa e a future pandemie”, ha aggiunto.
Anche a prescindere dalle pandemie, ogni anno – come ben noto – l’aria inquinata causa almeno 8 milioni di morti nel mondo, causando gravi danni respiratori e cardiocircolatori.
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