Gli italiani mangiano sempre meno carne rossa ma, paradossalmente, la macellazione di animali di piccola taglia è in aumento. Lo conferma un report stilato dall’organizzazione Essere Animali che spiega così questo strano trend in riferimento al decennio 2010-2019:
“Mentre è calata di 4,5 milioni di quintali (-11%) la carne prodotta nei macelli italiani (in linea con un calo riscontrato anche nelle importazioni), è aumentato di 37 milioni il numero di animali macellati nel nostro Paese. Come si spiega questa differenza? Il motivo è semplice: è calato il numero di animali macellati di grossa taglia mentre è aumentato quello di piccola taglia. Il pollo è l’animale di cui si registra un notevole aumento nel consumo mentre sono diminuite le macellazioni della maggior parte degli animali a carne rossa”
In Italia si mangia meno carne rossa poiché le persone, e soprattutto le nuove generazioni, sono interessate a uno stile di vita più sano, a “un’alimentazione più attenta alla salute, ma anche per una maggiore consapevolezza e sensibilità rispetto alle condizioni in cui vengono allevati gli animali e all’impatto che questi prodotti hanno sull’ambiente.”
C’è stata anche, negli ultimi 10 anni, una graduale sostituzione del latte con alternative vegetali. Il consumo di latte vaccino, infatti, è diminuto del 15%.
Tuttavia, in questo cambio di tendenza, c’è un paradosso: a pagare le conseguenze di un cambio di rotta verso uno stile di vita più “healthy” sono gli animali a carne bianca, come i polli, e i pesci:
“Il consumo pro capite di pesce continua ad aumentare e nel 2017 ha superato i 30 kg all’anno, con una crescita del 50% rispetto al 2010.”
Il numero di allevamenti intensivi, però, non diminuisce: il report sottolinea che non ci sono cambiamenti significativi nella produzione di carne biologica e la conseguente diminuzione degli allevamenti.
Maggiore empatia per gli animali a carne rossa
Secondo il report di Essere Animali, la scelta etica di evitare la carne rossa a discapito di polli e pesci riguarda anche una questione di empatia: ci si indigna contro le condizioni disumane a cui sono costretti vitelli, maiali e bovini negli allevamenti intensivi ma si continuano a mangiare i pesci, che muoiono per asfissìa, oppure i polli, che continuano a essere macellati in grande quantità.
Un passo avanti riguarda anche una crescente sensibilità nei confronti di altri animali: le nuove generazioni non mangiano né cavalli né conigli, considerati veri e propri animali da compagnia, così come cani e gatti: “allevamento e macellazione di queste specie nel prossimo decennio potrebbero addirittura arrivare a numeri vicini allo zero.”
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