Con l’inverno si alzano ovunque i livelli di smog e, soprattutto nelle grandi metropoli, la cosa preoccupa gli esperti, dopo le conferme che hanno legato i livelli di pm10 e 2,5 all’aumento dei contagi, e soprattutto all’aggravarsi dei sintomi più comuni di covid-19.
Uno dei sintomi più comuni dei casi gravi di coronavirus è la difficoltà respiratoria. E i medici dicono che se l’aria diventa improvvisamente più tossica, più persone che vengono infettate dal virus potrebbero finire in ospedale o morire. “Se due persone sparano ai polmoni, allora ovviamente i polmoni avranno più problemi”, sono state le parole scelte da Arvind Kumar nel parlarne al New York Times. Chirurgo toracico e fondatore della Lung Care Foundation a Nuova Delhi, Kumar fa parte di un gruppo di lavoro che tenta di sensibilizzare sui problemi respiratori.
Cosa sappiamo sul legame smog-covid
Uno studio condotto dalla Harvard University ha mostrato che ad ogni aumento di un solo microgrammo per metro cubo di PM 2.5 si correla un aumento dell’8% della mortalità di covid-19.
Una seconda ricerca firmata University of Cambridge aveva confermato la relazione diretta tra la gravità delle reazioni al virus e l’esposizione agli inquinanti atmosferici, inclusi l’ossido di azoto e l’ozono derivato dalla combustione delle auto. Tra gli autori, l’italiano Marco Travaglio, che ha commentato alla BBC: “Questi inquinanti possono anche causare una risposta infiammatoria persistente e aumentare il rischio di infezione da virus che colpiscono le vie respiratorie”. Come noto, l’Italia – non solo la Pianura Padana – è in testa ai Paesi più inquinati d’Europa.
Leggi anche:
Decisione storica in Lombardia: lo smart-working rientra nelle misure anti-smog
Covid-19: lo smog collegato alla mortalità in Lombardia
Harvard: più smog, più morti covid-19
“Lo smog è una pandemia: – 3 anni di vita”
Smog, Italia prima in Europa per decessi